Italia innanzitutto
Figlio d’Italia, d’alti valori ideali,
rari d’oggi, Lui, degno è;
l’impavido Quattrocchi.
Dir ch’il fu, o il fatto, o il detto
per cui subì l’oltraggio e il martirio,
no’l so; pur, m’è caro assai in petto!
Ripenso e chiaro rimembro,
l’ultimo suo anelito di vita
e ben in mente lo ritengo.
Prigio stretto, impedito da rea sorte,
nel corpo offeso, fu visto e udito Lui,
non alieno, sprezzar i carnefici e la morte.
Tal fu l’estremo dir suo, non vano:
Vi farò veder io, come muore un Italiano!
Io, italiano d’altri tempi nato,
grato a Lui il mio pensier vola
e qui con Lui mi segno, cuore in mano.